Simona Ferrantin
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Laureata in Lettere moderne, si è diplomata come Archivista paleografo presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell’Università «La Sapienza» di Roma. Si è specializzata presso l’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (Iccu) come Esperta per la documentazione avanzata e la promozione del patrimonio culturale, e presso l'Archivio centrale dello Stato, con il corso di alta formazione in Archivistica contemporanea. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie (XXXVI ciclo), curriculum in Scienze del libro e del documento, Dipartimento di Lettere e culture moderne presso Sapienza Università di Roma.
Ha partecipato a diversi lavori di ordinamento e inventariazione di archivi presso enti pubblici e privati, tra cui l’Archivio centrale dello Stato, l’Ente nazionale per l'energia elettrica (Enel), la Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil). Ha collaborato alla gestione documentale del progetto di indennizzo agli ex deportati in Germania, presso l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Si è occupata della gestione e riorganizzazione di archivi fotografici, presso la Galleria d’arte contemporanea l’Attico di Fabio Sargentini, lo studio dello scultore Tito Amodei e la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. Nell’ambito della catalogazione e archiviazione di materiale fotografico ha anche tenuto attività didattica. Ha svolto esperienze di lavoro all'estero, collaborando in particolare a progetti di riordino dei fondi archivistici del Bob Stewart Archives of BC Conference, presso il campus universitario dell'Università del British Columbia (Vancouver).
Con un progetto della Soprintendenza archivistica per il Lazio, nel 2005 ha iniziato a collaborare con l’Istituto, di cui è diventata responsabile nel 2006. Ha lavorato sui fondi archivistici dei Rami e della Presidenza generale dell’Azione cattolica, concentrando la ricerca sulla documentazione delle realtà locali dell’Associazione. In particolare, ha ordinato e inventariato il fondo Luigi Gedda (serie Comitati civici) e il fondo Antonio Zama, sulle cui carte ha poi pubblicato un saggio nel volume Antonio Zama nella Chiesa e nella società del Novecento (2012). Insieme a P. Trionfini, ha curato «Il cammino è quello giusto». Giovanni XXIII all’Azione cattolica (2014), «Sempre più degna della sua storia bellissima». Paolo VI all’Azione cattolica (2014), l'edizione critica di A. Barelli, La sorella maggiore racconta... (2015), «Farsi riconoscere ovunque». 150 anni di segni distintivi dell'Azione cattolica italiana (2017) e L’Azione cattolica italiana nella storia del Paese e della Chiesa (1868-2018) (2021).
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