Unione uomini di Azione cattolica, 1922-1970 (Uu)
Versione stampabile
Consistenza
buste 205 (ml 18,5)
Soggetto produttore
Unione uomini di Azione cattolica. Presidenza centrale
Storia istituzionale
Con la riforma dell’Azione cattolica voluta da Pio XI, l’Unione popolare viene sciolta e la maggior parte delle sue attribuzioni vengono assunte dalla Giunta centrale come organismo di guida e coordinamento del movimento cattolico; ma per completare la simmetria dei rami di Ac (gioventù maschile, gioventù femminile, donne) manca una associazione per gli uomini, che prima si iscrivevano direttamente all’Unione popolare. Viene fondata così alla fine del 1922 la Federazione italiana uomini cattolici (Fiuc). Il papa affida l’incarico di presiedere la nuova associazione ad Augusto Ciriaci, già segretario della Gioventù maschile.
Gli scopi fondamentali della Fiuc, oltre al perfezionamento religioso e morale dei soci, in comune con tutte le associazioni di Ac, sono l’educazione sociale e civile secondo gli insegnamenti della Chiesa, la difesa della libertà religiosa in tutte le sue manifestazioni, la diffusione e l’attuazione dei principi cristiani nella società.
Gli Uomini cattolici muovono i primi passi mentre il fascismo prende il potere, e la grande preoccupazione del papa è quella di allontanare dalla nuova associazione qualsiasi parvenza di partito politico, ma contemporaneamente condannare il disinteresse per la politica, intesa come perseguimento del bene comune.
Nonostante la Conciliazione, il regime fascista riprende i suoi attacchi all’Azione cattolica, che culminano nel maggio del 1931 con la chiusura dei circoli dei rami giovanili. Gli accordi del 2 settembre impongono anche agli Uomini di cambiare la loro denominazione in Unione uomini di Azione cattolica (Uuaci).
Negli anni Trenta, caduta l’illusione di ricristianizzare lo Stato, all’Unione uomini come alle altre associazioni di Ac, non resta che concentrarsi sulle categorie professionali, sulla morale pubblica e la diffusione della stampa cattolica, che avveniva, ad esempio, attraverso la Giornata del quotidiano.
Durante la seconda guerra mondiale si sviluppa l’assistenza ai soci militari e alle loro famiglie, ai feriti. Nella divisione in due dell’Italia nel 1943, il presidente Piero Panighi resta al Nord e nomina Urbano Cioccetti vice-presidente per il centro-sud.
Nel dopoguerra, con i nuovi statuti, diviene presidente Luigi Gedda, e gli Uomini sono coinvolti nell’attività dei comitati civici; lo stesso presidente centrale istituisce il Movimento animatori per influenzare la vita civica in tutte le sue manifestazioni. Per riportare la società italiana a una nuova pratica religiosa, si organizza la Crociata del grande ritorno all’inizio del 1950.
In questi anni si pongono anche le basi dell’attività internazionale dell’Unione uomini; il vice-presidente Agostino Maltarello, poi presidente dall’ottobre 1949, prende contatti con organizzazioni di uomini cattolici in diversi paesi; a Lourdes il 20 settembre 1948 viene istituita la Federazione internazionale degli uomini di Azione cattolica.
Gli anni Cinquanta costituiscono per gli Uomini un periodo di forte espansione organizzativa, anche se in misura inferiore alle associazioni giovanili e alle donne. Fino al Concilio l’Ac accentra in sé tutto il laicato cattolico organizzato, e con le opere ad essa collegate è presente in tutte le attività professionali. Gli Uomini in particolare dividono il loro impegno, «per una maggiore efficienza», tra le associazioni cittadine e quelle rurali, alle quali mensilmente inviano sussidi specifici.
Gli anni del Concilio impongono una profonda riflessione alla luce della nuova teologia del laicato. La perdita dell’esclusiva dell’Azione cattolica fa maturare l’esigenza comune di una riforma anche strutturale. Gli Uomini, mentre diffondono con proprie pubblicazioni gli insegnamenti conciliari, accolgono spesso più favorevolmente dei giovani il processo di rinnovamento che porta al varo del nuovo Statuto nel 1969, con l’unificazione dei rami giovanili e dei rami adulti in due settori.
L’attività editoriale dell’Unione uomini, più limitata rispetto agli altri rami dell’Azione cattolica, comprende i periodici: «Bollettino della Fiuc», sostituito da «Azione sociale» nel 1936; la rivista «Noi uomini»; «Sussidi»; «Prospettive». Libri e opuscoli monografici vengono pubblicati direttamente dalla Presidenza centrale, e dal dopoguerra attraverso l’Editrice Domani, fino al nuovo Statuto del 1969.
Storia archivistica
Come successo per molti fondi dell’Azione cattolica, anche quello dell’Unione uomini ha avuto numerosi problemi nella conservazione. Parte delle carte vengono messe in salvo in Vaticano nei momenti di maggior attrito col regime fascista, finendo in un fondo miscellaneo. Dopo l’unificazione dell’Aci (1969), il fondo dell’Uu viene trasferito da via della Conciliazione 4d (ultima sede) a via della Conciliazione 1, e immagazzinato nelle soffitte e negli scantinati. Il recupero e la nuova condizionatura avvengono alla fondazione dell’Istituto Paolo VI, insieme alla compilazione di un elenco.
Modalità di acquisizione
Il fondo è di proprietà dell’Istituto Paolo VI, dopo il trasferimento istituzionale del 1978.
Ordinamento e struttura
Il fondo si struttura in nove principali serie, così definite:
serie 1. Organi direttivi (Presidenza, Consiglio centrale).
serie 2. Rapporti con le diocesi.
serie 3. Rapporti con la presidenza generale, rami e movimenti Aci.
serie 4. Rapporti con altre organizzazione cattoliche.
serie 5. Rapporti con enti vari.
serie 6. Formazione religiosa e culturale.
serie 7. Tesseramento e domande di aggregazione.
serie 8. Rapporti internazionali.
serie 9. Raccomandazioni.
Strumenti archivistici
Elenco contestuale al recupero e alla ricondizionatura all’atto dell’acquisizione.
Consultabilità
Il fondo è liberamente consultabile, previa autorizzazione del direttore dell’Istituto, salve le limitazioni previste dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all’identità personale.