Francesco Piva
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Ha insegnato Storia contemporanea presso l'Università degli studi di Salerno e l'Università degli studi di Roma Tor Vergata. La prima fase dell’itinerario scientifico è stata contrassegnata dallo studio del movimento cattolico italiano tra fine Ottocento e avvento del fascismo; in particolare, ha approfondito la biografia di Luigi Sturzo e le vicende del Partito popolare italiano. Questo punto di partenza ha poi consentito di indagare un’area “bianca” (il Veneto) nella crisi del primo dopoguerra; sono state analizzate le lotte agrarie, le ragioni della contesa fra leghe bianche e leghe rosse, le origini del fascismo nel Veneziano e nel Padovano. L’esperienza accumulata nello studio delle campagne di Padova-Venezia ha in seguito spinto verso l’osservazione delle comunità rurali di quella zona, nell’intento di cogliere alcuni .aspetti dei processi di modernizzazione vissuti dal mondo contadino nel periodo compreso fra le due guerre mondiali. Tale prospettiva ha orientato la ricerca sulla formazione della classe operaia di Marghera (la zona industriale di Venezia, avviata nel 1917). Utilizzando archivi aziendali e comunali, sono stati ricostruiti la struttura dell’occupazione e la mobilità del lavoro, i passaggi dal lavoro agricolo al lavoro industriale, le identità maturate dalle nuove figure di operai-contadini. Questo interesse verso le dinamiche dell’occupazione operaia e la disciplina di fabbrica durante il fascismo è stato ulteriormente sviluppato da una ricerca sugli operai e sulle operaie dell’Istituto Poligrafico dello Stato (Roma). Oltre a questioni già affrontate nel “caso” di Marghera (occupazione, mobilità, disciplina, etc.), la documentazione rinvenuta ha consentito di intravvedere i caratteri specifici del governo della manodopera in un’azienda pubblica fortemente condizionata dal potere politico e dall’ideologia fascista. Di recente, l’attenzione verso il mondo cattolico è stata ripresa da uno studio sulle vicende della Gioventù italiana di Azione cattolica (Giac) fra la fine della seconda guerra mondiale e il 1954, anno che segnò un conflitto, clamoroso per quei tempi, fra i vertici dell’organizzazione e Pio XII, intitolato “La Gioventù cattolica in cammino...”. Memoria e storia del gruppo dirigente (1946-1954) e da uno studio sul messaggio educativo rivolto dal ramo giovanile dell’Azione cattolica italiana agli iscritti e ai militanti che, tra il 1868 e il 1943, si confrontarono con le guerre contemporanee, pubblicato sotto il titolo Uccidere senza odio. Pedagogia di guerra nella storia della Gioventù cattolica italiana (1868-1943). Ha anche approfondito la formazione e l’impegno nei percorsi di militanza all’interno del Partito comunista in Storia di Leda. Da bracciante a dirigente di partito (2009).