La croce e il filo spinato
L’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI è lieto di invitarvi alla presentazione del volume di Alberto Monticone, "La croce e il filo spinato. Tra prigionieri e internati civili nella Grande Guerra 1914-1918. La missione umanitaria dei delegati religiosi", Rubbettino, Soveria Mannelli 2013. Intervengono Clara Castelli (Università di Roma La Sapienza), Francesco Malgeri (Università di Roma La Sapienza), Roberto P. Violi, (Università di Cassino). Sarà presente l’autore. L’iniziativa si tiene a Roma giovedì 13 febbraio, alle ore 17.30, presso la Domus Mariae in via Aurelia 481.
Il volume ricostruisce puntualmente un capitolo non ancora indagato della Prima guerra mondiale, mettendo a fuoco l’opera di assistenza spirituale e materiale prestata dalle delegazioni religiose nei campi di concentramento per prigionieri e di internamento per civili. Nella Grande guerra, infatti, vennero per la prima volta create queste strutture, nelle quali furono rinchiusi milioni di persone che vi rimasero spesso per anni, sino alla fine delle ostilità e oltre, tra notevoli sofferenze per l’isolamento, la fame, le malattie e il rigore del trattamento, quando non vi trovarono la morte a seguito di ferite o di epidemie. L’azione di controllo e di soccorso della Croce rossa internazionale venne affiancata da organizzazioni umanitarie ma al contrasto della sindrome delle barriere di filo spinato, alla cura morale e spirituale e alla valorizzazione delle persone, insieme con la tessitura di legami con le famiglie e con concreti aiuti materiali, provvidero soprattutto le Chiese cristiane, la Santa Sede e gli episcopati, che si avvalsero di visitatori religiosi svizzeri cattolici e riformati, delegati ufficialmente dal loro governo. Questi operarono in stretta solidarietà e spirito ecumenico, visitarono i campi di prigionia e di internamento delle due parti combattenti in tutta l’Europa e provvidero alla cura morale e spirituale e all’aiuto materiale dei prigionieri e degli internati civili, gettando così anche un seme di pace e di fratellanza.