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Gruppo dirigente della Giac, 1946-1954

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Gruppo dirigente della Giac, 1946-1954
 
Consistenza
buste 15 (ml 1,5)
 
Soggetto produttore
Gruppo dirigente della Gioventù italiana di Azione cattolica
 
Storia istituzionale
Nel 1946 Carlo Carretto è nominato presidente della Gioventù italiana di Azione cattolica, succedendo a Luigi Gedda, di cui è considerato “discepolo”. Dopo il primo mandato, che si conclude nel 1949, Carretto comincia ad operare una revisione critica dell’impostazione dell’associazione, che nel 1952, dopo la nomina di Gedda alla presidenza generale, produce una tensione crescente. Il confronto si chiude nell’ottobre del 1952, quando Carretto è indotto a rassegnare le dimissioni.
Al suo posto, subentra Mario Vittorio Rossi, presidente della Giac di Rovigo, il quale introduce nel «progetto» del ramo giovanile maschile nuovi elementi destinati a mettere in discussione gli indirizzi della presidenza generale dell’Aci. Il mandato si interrompe bruscamente con una crisi che investe il gruppo dirigente della Giac, il quale nell’aprile del 1954 si dimette quasi in blocco.
 
Storia archivistica
Il fondo è stato costituito da Francesco Piva, raccogliendo documenti in originale e in copia di Giovanni Catti, Cesare Massa, Fortunato Pasqualino, Aldo Notario, Gianni Zanini, Armando Oberti, Dino De Poli, Wladimiro Dorigo, Ambrogio Albano, Adriano Paglietti, Dino Nodari, Biagio D’Alba, Rodolfo Venditti, in vista di una ricerca sul gruppo dirigente della Giac. Il fondo comprende anche un’appendice documentaria di raccolta di interviste allo stesso gruppo effettuate tra il 1997 e il 1998 da Francesco Piva. La documentazione è stata poi donata all’Istituto, su sollecitazione dello stesso Piva, con il consenso dei soggetti produttori.
 
Modalità di acquisizione       
Donazione (2003).
 
Ordinamento e struttura
Al fondo della documentazione del Gruppo dirigente (1946-1954), è stata aggregata l’appendice di interviste (1997-1998).
 
Strumenti archivistici
Elenco con descrizione sommaria.
 
Consultabilità
Il fondo è liberamente consultabile, previa autorizzazione del direttore dell’Istituto, ad eccezione delle interviste condotte dal ricercatore ai testimoni, i quali hanno messo come vincolo vent’anni dalla rispettiva morte. Rimangono valide le limitazioni previste dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all’identità personale.
 
Bibliografia