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Osservatorio sulle riforme costituzionali

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Il Parlamento italiano
L’Azione Cattolica, insieme all’Istituto per lo studio dei problemi sociali e politici Vittorio Bachelet e all’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI, nel 1996 ha lanciato il progetto denominato Osservatorio sulle riforme costituzionali.

L’idea prende corpo dal rilievo assunto nel dibattito pubblico dal tema. A partire dall’inizio degli anni Ottanta, infatti, la questione delle riforme istituzionali ha acquisito una centralità crescente, a partire dal “decalogo Spadolini”, lanciato nel programma di governo del 1982, passando per i lavori della Commissione Bozzi (1984- 85), rilanciandosi nella stagione referendaria, per arrivare alla Commissione De Mita-Iotti. In una battuta di sintesi, il tema, inizialmente circoscritto ad alcuni aspetti della forma di governo, ha assunto una connotazione globale nell’ottica della riforma del sistema politico italiano.  In particolare, si è registrata un’accelerazione in corrispondenza del mutamento della Costituzione materiale causato dalla fine della guerra fredda e del crollo di quella che impropriamente è stata definita seconda Repubblica. Su questo sfondo, si è avvertita l’esigenza di monitorare le proposte di cambiamento via via avanzate dalle forze politiche o da settori sensibili della società civile, attraverso lo strumento dell’Osservatorio, che è stato alimentato da competenze di tipo storico e giuridico.

Il frutto del lavoro svolto è confluito nei volumi L’eredità della Costituzione e Il cammino delle riforme costituzionali, pubblicati nel 1998. Successivamente l’Osservatorio sulle riforme costituzionali è stato assunto dall’Istituto Vittorio Bachelet nell’ambito delle proprie attività ordinarie, che si sono tradotte nell’elaborazione di specifici dossier sui temi che hanno animato l’agenda politica.