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Associazione magistrale Nicolò Tommaseo, 1913-1933

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Associazione magistrale Nicolò Tommaseo, 1913-1933
 
Consistenza
buste 7
 
Soggetto produttore
Associazione magistrale Nicolò Tommaseo
 
Storia istituzionale
Al Congresso dell’Unione magistrale, che si tiene a Cagliari nel 1905, la componente minoritaria cattolica non concorda sugli orientamenti espressi e dà avvio a una fase costituente che porta l’8 luglio 1906 alla costituzione di una nuova associazione tra gli insegnanti delle scuole elementari intitolata a «Niccolò Tommaseo», per armonizzare i «sentimenti di Patria e di Religione». Nei primi anni di vita, il sodalizio provvede a radicarsi, come mostrano i congressi di Milano (1907) e Venezia (1908), arrivando a contare 7.000 aderenti, concentrati prevalentemente nell’Italia settentrionale. Particolarmente vivace è la lega torinese, che dispone del periodico «Vita magistrale».
Il progressivo irradiamento anche nel resto del paese avviene attraverso l’articolazione organizzativa, che fa perno sul livello regionale, provinciale e comunale. Gli obiettivi che si prefigge rimangono ancorati alla difesa degli interessi della categoria, l’incremento dell’istruzione, la libertà della scuola, l’insegnamento della religione. Vivace è il confronto interno sulla gestione dell’insegnamento elementare, fino ad allora a carico dei comuni.
Al Congresso di Como, celebrato nel 1909, la presidenza passa dal «cattolico deputato» Antonio Baslini al maestro torinese Felice Mattana, il quale, all’assise di Firenze del 1911, cede il testimone a un altro politico, Giuseppe Micheli. In questo periodo, il confronto interno della «Niccolò Tommaseo» è incentrato sulla riforma della scuola avviata dal ministero Giolitti. L’atteggiamento possibilista assunto la porta a ottenere un positivo riscontro alle elezioni del Consiglio superiore della Pubblica istruzione. L’associazione conosce una stagione di significativo consolidamento.
Dopo la parentesi bellica, che rallenta sensibilmente le attività, il sodalizio si inserisce nel confronto acceso che si innesca sulla questione del «Monte Pensioni»: l’avvicendamento alla presidenza nel 1923 tra Francesco Farina, vicino alle posizioni del Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo, e Giovanni Rosina, favorevole alla tesi prospettata dal governo Mussolini, è il sintomo di un travaglio interno, che scuote le fondamenta su cui si regge l’associazione. Il progressivo assorbimento dei soci nel sindacato fascista svuota la «Niccolò Tommaseo», che è attraversata da un dibattito lacerante sull’atteggiamento da assumere di fronte alla nuova situazione, acuito dalla grave crisi finanziaria in cui versa.
Nel giugno del 1930, in una riunione tenuta a Milano, l’associazione vota un ordine del giorno nel quale, «tenuti presenti gli ultimi avvenimenti interessanti la scuola», si delibera lo scioglimento, auspicando che «tutti i maestri cattolici continuino la loro opera di preparazione e di attività nelle file dell’Azione cattolica».
L’associazione rinasce nel 1945 attraverso un appello lanciato da Francesco Farina, Felice Mattana, Consolato Reineri e Carlo Carretto.
 
Storia archivistica
Nel 1933 il fondo della sezione romana laziale della disciolta associazione è stato donato all’Azione cattolica, che lo ha conservato per un lungo periodo nello stato in cui lo ha ricevuto.
Negli anni Settanta si è proceduto alla condizionatura delle carte, accorpandole ai fondi archivistici di altri organismi e costituendo un fondo miscellaneo che comprende, tra gli altri: Unione popolare, Unione economico-sociale, Unione femminile cattolica italiana, Giunta centrale. Durante questo intervento si è salvaguardata solo una parte dei fascicoli originali, mentre per altri si è proceduto nel maldestro tentativo di riunire i carteggi di enti corrispondenti. Nel contempo è stata apposta una numerazione carta per carta, che riprende ad ogni busta, con un timbro che reca la segnatura «Archivio storico Aci».
Nel 1978 il fondo miscellaneo è stato versato all’Istituto. Preso atto dell’organizzazione data, si è ritenuto opportuno non intervenire sulle carte per tentare di ripristinare le strutture ormai perse dei singoli fondi, compreso quello della sezione romana laziale dell’Associazione magistrale Nicolò Tommaseo, ma ricostituirne e descriverne l’ordinamento sulla carta, attraverso la compilazione di un inventario analitico.
Si segnala inoltre l’esistenza di una busta (n. 98) conservata nell’archivio del Movimento maestri di Azione cattolica, con documentazione prodotta negli anni Venti dalla sezione romana della stessa Associazione.
 
Modalità di acquisizione       
Il fondo è di proprietà dell’Istituto Paolo VI, dopo il trasferimento istituzionale del 1978.
 
Ordinamento e struttura
Il fondo si struttura in due principali serie, così definite:
serie 1. Carteggio.
serie 2. Verbali.
 
Strumenti archivistici
Inventario analitico, corredato da indice dei nomi di persona, di luogo e di ente e da appendice isografica.
 
Consultabilità
Il fondo è liberamente consultabile, previa autorizzazione del direttore dell’Istituto, salve le limitazioni previste dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all’identità personale.