Associazione teologica italiana, 1967-2005 (Ati)
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Consistenza
buste 15 (ml 1,5)
Soggetto produttore
Associazione teologica italiana
Storia istituzionale
In una riunione informale a margine del Congressus internationalis de theologia concilii Vaticani II, che si tiene a Roma, alla Domus Mariae, a cavallo tra settembre e ottobre del 1966, matura l’idea di creare un coordinamento tra i teologi italiani. L’intuizione prende corpo in un incontro tenutosi a Napoli dal 2 al 5 gennaio 1967, promosso da due docenti dell’Università gregoriana, Maurizio Flick e Zoltan Alszeghy, che convocano per la prima volta i teologi italiani del settore della dogmatica, dopo che questo percorso è stato già avviato dai professori di teologia morale e prima ancora dai biblisti.
Al termine, è votato un documento nel quale si dà origine all’Associazione teologica italiana, «con lo scopo principale di sviluppare la cultura teologica in Italia, sia quanto alla ricerca, sia quanto alla sua diffusione». Flick e Alszeghy indicano due problemi prevalenti per la teologia italiana nel momento della nascita dell’Ati: il rapporto con il magistero e le relazioni della dogmatica con le altre discipline teologiche.
Il primo versante, nell’incontro di Napoli, è approfondito da Carlo Colombo, teologo e vescovo, non senza imbarazzo, in quanto tocca un punto vivo. Eletto alla presidenza dell’associazione, Colombo avverte la difficoltà della situazione in cui si trova e nel congresso del 1969 a Sestri Levante cede il testimone a Luigi Sartori, il quale guida l’associazione fino al 1989 su posizioni aperte al rinnovamento. Questa linea produce anche polemiche interne, ad opera soprattutto di padre Cornelio Fabro, prima, e di Gianni Baget Bozzo e il gruppo di «Renovatio», poi, con il conseguente allontanamento di diversi soci.
L’associazione si muove, comunque, con l’intenzione di cogliere i problemi avanzati e le prospettive di futuro della riflessione teologica, non tanto e non solo sul piano puramente speculativo teoretico, ma anche con gli occhi aperti sulle questioni vitali della Chiesa italiana, con cui si stabilisce un rapporto intenso. A Sartori succede Severino Dianich, che presiede l’Ati dal 1989 al 1995, per poi passare il testimone a Giacomo Canobbio, che guida l’associazione fino al 2004. Dal 2004 al 2011 alla presidenza è designato Piero Coda. Attualmente il presidente è Roberto Repole. L’Ati ha tenuto dalle origini a oggi, oltre a numerosi convegni e seminari, ventidue congressi, che hanno alimentato la riflessione sulla teologia italiana. Importante strumento è stato anche il forum ospitato su «Rassegna di teologia». Inoltre, ha organizzato, a partire dal 1991, l’annuale corso di aggiornamento.
Storia archivistica
L’archivio, dopo essere stato depositato presso l’Istituto Paolo VI, è stato ordinato e descritto da Simona Segoloni.
Modalità di acquisizione
Deposito tramite convenzione (2013).
Ordinamento e struttura
Il fondo si struttura in otto serie, così definite:
serie 1. Statuto (1973-1992)
serie 2. Soci ([1974]-2003)
serie 3. Contabilità (1981-2004)
serie 4. Consiglio di presidenza (1967-2003)
serie 5. Corrispondenza (1968-2003)
serie 6. Congressi (1968-2003)
serie 7. Corsi di aggiornamento (1991-2005)
serie 8. Bollettino - forum - edizioni (1981-2005).
Strumenti archivistici
Inventario con indice analitico.
Consultabilità
Il fondo è liberamente consultabile, previa autorizzazione del direttore dell’Istituto, salve le limitazioni previste dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all’identità personale.
Bibliografia
Severino Dianich, A trent’anni dalla fondazione dell’Associazione teologica italiana (1967-1997), XVI Congresso dell’Ati.
Simona Segoloni Ruta, Tradurre il Concilio in italiano. L’Associazione Teologica Italiana soggetto di recezione del Vaticano II, Glossa, Milano 2013.