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Questioni sociali, vissuto religioso, proiezioni politiche

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Questioni sociali, vissuto religioso, proiezioni politiche
Studi in onore di Giorgio Vecchio
Massimo De Giuseppe e Paolo Trionfini (a cura di)
Roma
Ave
2021

È uscito presso l'Ave, nella collana «Ricerche e documenti» dell’Isacem, il volume Questioni sociali, vissuto religioso, proiezioni politiche. Studi in onore di Giorgio Vecchio, a cura di Massimo De Giuseppe e Paolo Trionfini. La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del MiC. Il libro si articola in 17 contributi, legati da un filo conduttore sottile ma tenace, che hanno riunito discepoli, colleghi e amici dello studioso. Questa unità d’intenti costituisce un segno di gratitudine per il suo generoso impegno, che ha saputo trascendere l’accademia. Al di là della riconoscenza, il volume si connota per seguire più da vicino i suoi interessi di ricerca, che si sono sempre contraddistinti attorno alla categoria dell’“intreccio” tra le differenti dimensioni della storia contemporanea. Così, nella produzione storiografica di Vecchio, ogni argomento affrontato ha preso corpo, tenendo conto sia delle premesse culturali, sia degli aspetti politici, sia delle ricadute sociali, sia ancora delle implicazioni religiose, in un intreccio appunto, che, combinando tra l’altro frequentemente la dimensione nazionale e internazionale, rende peculiare la contemporaneistica.È in questo spirito che si vuole offrire uno spaccato di temi stimolanti, i quali, sotto un peculiare punto di vista, ripercorrono snodi importanti del Novecento, che vanno dalla sofferta introduzione del divorzio nella legislazione italiana alla spasmodica ricerca della pace, dalla terribile esperienza nelle trincee della Grande Guerra con i tentativi di assistenza spirituale e di coinvolgimento delle diverse religiose alla contrastata vicenda del governo Tambroni, dalla piccola vicenda di un editore “minore”, all’interesse verso uomini (Corrado Corghi) e donne (Tina Anselmi), che si imposero per scelte difficili, o ancora dal protagonismo di figure “distanti” per ruolo nella costruzione di un’Europa unita (di cui don Luigi Sturzo fu l’ideale antesignano) all’impegno verso ambiti ancora sconosciuti di don Primo Mazzolari, il «parroco d’Italia» – del quale Vecchio è indubbiamente il più accreditato studioso –, anch’egli all’“intreccio” tra aperture ai “lontani” e temi coraggiosi, tra fedeltà all’istituzione e duri provvedimenti disciplinari subiti.